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COLLEZIONISMO

Parlare di noi, e in particolare di me, senza parlare di collezionismo non è possibile.

Tutto iniziò quando un bel giorno babbo si è presentato a casa con un album "Marini", alcuni fogli ed uno già ben riempito con la variopinta e nutrita serie "ordinaria" del tempo: la cosiddetta "siracusana". Ricostruendo era l'anno 1974, quindi io avevo 12 anni e babbo circa la mia età attuale. La ricostruzione temporale è legata al 2° episodio che caratterizzò l'inizio della collezione di francobolli. Infatti poco tempo dopo zio Memo si presentò a casa nostra con un paio di buste 1° giorno "cavallino" relative alla serie "turistica" di 2 valori, di cui uno in particolare era "importantissimo": quello relativo, per altro località marchigiana, a Gradara che aveva un grossolano errore, di quelli che qualche volta creano la rarità nella filatelia. Infatti i merli del castello erano sbagliati, risultando squadrati a differenza di come sono nella realtà, essendo storicamente Gradara un territorio ghibellino. Naturalmente nel caso specifico non si creò alcuna rarità, perché il francobollo ha continuato a circolare, con una tiratura di alcuni milioni, e non è stato rettificato in giornata come avvenuto in un'altra notissima circostanza.

Come dicevo le buste erano due, l'altra era una simpaticissima serie relativa alle divise militari in varie epoche storiche, di 4 valori.

Ad onor del vero c'era stato un importante precedente. Infatti qualche anno indietro, non ricordo di preciso quanti, la cara zia Leonella aveva, quasi sicuramente a Natale, regalato a me ed a Stefano un piccolo album di francobolli: a me azzurro e a Stefano sul verde chiaro, a cui io in particolare ma anche Stefano ci applicammo molto, riempiendoli, scambiandoci ripetutamente i contenuti e così via. Ritengo che il fatto che quello di Stefano si conservò quasi integro, mentre il mio non ha più la copertina (ce l'ho comunque ancora) dimostri, al contrario di ciò che si possa pensare, che il mio è stato di gran lunga più vissuto. Stefano deteneva, con mia grande invidia, la serie completa de "L'Italia al lavoro", ovviamente timbrata (nuova sarebbe stata a quel tempo un "patrimonio"), a cui io ho lungamente fatto la corte, senza successo. Poi un giorno l'ho trovata in vendita alla Standa di Macerata, l'abbiamo con mamma acquistata e poi, ahimé, dimenticata senza poi ritrovarla nella merceria in cui siamo entrati subito dopo.

Ma questi sono stati gli albori, poi il collezionismo è divenuta una colonna portante, qualcuno dice una mania, della mia esistenza; ovviamente non sono d'accordo e penso di conoscere bene dove la passione deve fermarsi per non divenire mania.

Quali sono i principali filoni? Beh, la filatelia, lo abbiamo già detto, a ruota un po', solo un po', di numismatica (per esempio anche i primi € o le vecchie £), le schede telefoniche non appena comparse (e qui è chiaro che non di mania si tratta), biglietti di ingresso delle varie manifestazioni, qualche cartolina (quelle presenti in casa), dischi, vhs e cd, film d'essai, e, dulcis in fundo, i Diabolik (e le questioni si intrecciano anche in modo interessante - vedere l'annullo con l'immagine di Ginko).

Su quest'ultimo bellissimo filone il merito va ad Andrea, perché penso che da solo non mi sarei mai accostato ai fumetti come collezionismo e soprattutto a quel tipo di fumetto che poi invece avrei difeso a spada tratta, scoprendo poi, molto tempo dopo, che tra l'altro siamo dei pari corso... siamo nati entrambi, io e Diabolik, nel 1962. La tempistica è più o meno la stessa. Infatti iniziò con la ricerca spasmodica di volumetti presenti nelle edicole degli ultimi numeri usciti, cioè quelli del momento, per poi iniziare ad acquistarlo regolarmente, ogni 2 settimane. L'anno interessato era l'anno XIII quindi era sempre il 1974. Probabilmente non è stato casuale perché proprio in quel periodo la Casa Editrice lavorava ad un rilancio del famosissimo fumetto, con l'uscita delle prime ristampe, inizialmente nell'ambito dell'anno XII che con facilità siamo riusciti a recuperare e proseguita subito dopo con l'uscita delle ristampe a costa bianca.

Il collezionismo almeno nel mio caso ha purtroppo o per fortuna, è un po' difficile da dire, degli alti e bassi. Quando si inizia c'è grande entusiasmo e sicuramente siamo nell'ambito degli alti, poi arrivano i bassi, per poi ritrovare slancio in altri momenti di maggior tempo libero o di revival... Per esempio in questo momento non si trova un attimo per star dietro alla filatelia, rispetto alla quale vorrei coinvolgere Arianna ma non trovo proprio tempo e modo.

La maggiore controindicazione dei bassi è che si creano dei buchi molto controproducenti per il valore della collezione che diviene incompleta: oltre che per gli ovvi motivi che la completezza è quasi sempre molto onerosa, sicuramente maniacale e alla fine non divertente, anche a causa dei bassi, momenti nei quali non occupandosi della collezione si finisce per non acquistare la novità che poi diventerà difficilmente recuperabile. Ma tant'è, al ritorno dell'“alto” ce ne se rammaricherà un po' e si proverà a recuperare.

E' un fatto che la frenesia moderna mal si concilia con le pazienti ricerche e studio richieste dal collezionismo.

Così è stato con la filatelia ed anche con i Diabolik che sono sicuramente i due principali filoni esistenti. Per i Diabolik, dice Andrea, io sinceramente non me lo ricordo, uno degli effetti dei bassi è stato che i Diabolik a costa bianca che oggi hanno circa 30 anni li avremmo dovuti avere tutti. In realtà alcuni li abbiamo addirittura dovuti ricomprare (e lì è sicuro) ma altri più recenti secondo me non li abbiamo per via di un “basso”. Molto divertente è la situazione nei mercatini con la mancolista sempre in tasca. Abbiamo, in quelle occasioni, fortemente sistemato la collezione. Spesso è capitato di ricomprare numeri già presenti, per errore o per mancato aggiornamento della manco lista. Il cellulare è venuto in grande aiuto, ora la mancolista ce l'ho memorizzata nelle note e quindi veramente sempre al seguito. Per contro è divenuto molto difficile trovare delle occasioni. Capita sempre più spesso di trovare “mucchi” di Diabolik sui banchi dei mercatini ma poi si scopre che sono tutti recenti e se ce ne sono di “vecchi”... allora costano una “tombola”... non si fanno più “affari”. D'altronde un'altra cosa molto divertente della collezione di Diabolik (che credo possa essere comune a qualsiasi altra collezione di fumetti) è l'analisi della variazione di prezzo che lo ha caratterizzato. A riguardo va detto che un “basso”, presto rispetto all'avvio (1981 – anno XX), lo abbiamo avuto quando il prezzo, a nostro modo di vedere, era divenuto eccessivo per le nostre tasche (era arrivato a 400 £) ed essendo stata avviata anche la serie/ristampa a costa bianca l'impegno era divenuto settimanale.

Approfondiamo la variazione di prezzo del Giallo a fumetti, come è stato chiamato quasi subito. Il 1° numero, ho ricostruito, perché come detto avevo pochi mesi e non sono potuto correre in edicola ad acquistarlo, aveva un prezzo di 150 £. Oggi il prezzo di copertina è di 2,20 € (ultimo aumeno ben +10%). Sulle variazioni di prezzo di Diabolik ho basato in parte anche la difesa dalla favola che l'Euro ha fatto lievitare i prezzi. Osservando la variazione di prezzo di Diabolik si può vedere come in Italia i prezzi sono sempre aumentati e l'inflazione non ci ha mai fatto difetto, Euro o non Euro, anzi forse è vero il contrario: da quando c'è l'Euro le variazioni di prezzo hanno trovato giustificazione e stabilità, ma questo è un altro discorso.

Dunque il prezzo di copertina in una tabella di sintesi:

1962

£ 150 (€ 0,08)

1970
£ 200
1974
£ 250
1977
£ 300
1979
£ 350
1980
£ 400
1981
£ 500
1982
£ 600
1983
£ 700
1984
£ 800
1985
£ 900
1987
£ 1.000
1988
£ 1.200
1989
£ 1.300
1991
£ 1.800
1992
£ 2.000

1994

£ 2.300

1995

£ 2.500

1998

£ 2.800

2000

€ 1,55 (£ 3.000)

2003

1,70

2005

1,90

2008

2,00

2011

2,20

Quindi, grande stabilità fino all'inizio degli anni '70 (1973 - 1° shock petrolifero). Poi gli anni della Milano da bere, gli anni '90, con il drammatico 1992, dove gli aumenti divengono di 300 £ al colpo, quasi una volta all'anno. Come si vede nel passaggio all'Euro l'aumento è assolutamente in linea o addirittura minore (200 £) degli anni precedenti.

La variazione di prezzo nominale di un bene nuovo determina la rivalutazione/aumento di valore dell'analogo bene usato. Cosicché nel caso specifico oggi un qualsiasi volumetto recente o meno si può piazzare con una certa facilità ad 1 €, cioè al 50% del prezzo del nuovo. Questo direi è un prezzo equo per un numero recentissimo acquistato a 2 €, letto/usato e rivenduto. E' un prezzo assolutamente interessante per uno meno recente acquistato ad esempio a 700 £ e quindi rivendibile/valutabile quasi il triplo del facciale.

Questo se ha senso, è comunque “merito” di un bene che in quasi 50 anni, tutt'altro che divenire vecchio, desueto, ha, con alti e bassi, mantenuto sempre viva la sua attualità. C'entra la distinzione fra collezioni “vive” e collezioni “morte”.

Per capire questo concetto torniamo alla filatelia: sono collezioni vive per esempio: la Repubblica Italiana o del Vaticano o San Marino (il trio classico), perché constano, ancora oggi, delle cosiddette novità, cioè le periodiche o meno nuove emissioni. Sono invece collezioni “morte” quelle limitate ad un numero definito di esemplari o da un ben determinato periodo storico come per esempio l'interessante questione delle emissioni di Trieste zona “A” o zona “B”, dell'immediato dopoguerra (una decina d'anni, fino alla metà degli anni '50).

Per tornare a Diabolik dopo qualche crisi (basti dire che in una fase era divenuto addirittura bimestrale) sta rivivendo un periodo di grande splendore. E' infatti in edicola con tre diverse uscite mensili: gli inediti (che a mio parere sono tornate di buon livello e fantasia, è ovviamente parere di appassionato, non direi di esperto “maniacale”), la 1^ ristampa a costa bianca, la 2^ ristampa a costa nera cosiddetta “swiss”. Più escono altri formati, misti di inediti e riedizioni, ambientazioni particolari, etc.

Con l'uscita della serie “swiss” (1994) siamo tornati in edicola all'acquisto mensile: sicuramente per acquistare il “n. 1”, copia anastatica (cioè fedelissima con la riproduzione dei disegni del primissimo numero del 1962 e non delle varie ristampe), successivamente con l'obiettivo di acquistare i numeri complementari a quelli già detenuti, errore collezionistico evidente. Infatti così facendo abbiamo atteso circa 4 anni, non acquistando grosso modo i primi 50 numeri (che fanno comunque circa 100 € risparmiati tradotti dalle vigenti £) ed iniziando ad acquistare appunto quelli “mancanti”. Il risultato è quindi che ora acquistiamo il n. “swiss” tutti i mesi e siamo al n. 180 (sono cioè passati, mamma mia, circa altri 15 anni) e risultano mancanti i primi circa 50 numeri di questa “3^” collezione di Diabolik. E allora? Niente paura, adesso passeremo un po' di tempo, oltre a cercare i vecchissimi numeri originali (sempre a condizioni economiche accessibili, sembra che il vero n. 1, che non deteniamo) viaggi sulla decina di migliaia di €, con grosso rischio di falsi), i vecchi a costa bianca, anche i primi 50 mancanti della serie “swiss”. In ogni modo la collezione, che non sarà mai completa (e forse proprio questo è il bello), si arricchirà di “nuovi” tasselli. Altra scelta fatta, di cui forse in futuro ci si pentirà, è di limitarsi comunque ai primi 250 numeri, con almeno un paio di considerazioni logiche:

  1. rendere la cosa non maniacale ed abbordabile;

  2. concentrarsi sui numeri “storici” (quello in cui le “sorelline” davano il massimo di originalità e novità) e su quello che consideriamo il periodo d'oro (il nostro quello in cui eravamo ragazzi e leggevamo i fumetti, anche se non nego che tutti i mesi lo leggo con piacere ancora).

Vediamo le tappe importanti di questa “avventura”. L'inizio intorno appunto al 1973-74, poi i mercatini di San Severino, la mostra di fumetti di Falconara (dove per ben £ 20.000 abbiamo acquistato, io perplesso, Andy deciso il n. 18 originale – 1^ serie, uscito nel 1964 e che quindi risale a 45 anni fa), l'edicola di Villa Potenza che ne ha recuperati da un altro collezionista (con il quale di proposito non sono entrato in contatto), i ragazzini di San Giuliano, amici e conoscenti (esempio Stefano, altro appassionato di fumetti, non è insolito trovarlo assorto nella lettura durante la pausa-pranzo).

Sfruttando un altro “alto” di questi giorni abbiamo sistemato tutti i volumetti, anche quelli “più recenti” (sempre di 15-20 anni fa) in uno splendido mobiletto nero delle dimensioni precise per l'accoglimento. La sistemazione ha fatto emergere, in modo chiaro, che i numeri posseduti arrivano, non a 250 come pensavo, ma ad oltre 500, mentre proprio lo scorso agosto ho avuto modo di acquistare il 750° inedito.

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